Eh niente…abbiamo cercato un titolo che racchiudesse una cultura pro allattamento ma…missione fallita!
Ammettiamo che ci siamo soffermate sul titolo, nessun articolo letto fino in fondo, e che dopo i primi 9 ci siamo arrese.
LA NOTIZIA
La notizia la conosciamo, è di fine giugno.
Tutto parte con un post su IG di Kimberley Gaucher, giocatrice di basket, che si trova ad essere donna, olimpionica e, da circa 3 mesi, mamma di Sophie.
Lancia un appello: non vuole scegliere tra partecipare alle Olimpiadi e allattare la sua bambina: sa benissimo di poter e voler fare entrambe le cose!
L’eco dei social è stato sufficiente per far riflette l’IOC di Tokyo 2020 e rivedere le rigide restrizioni riguardo l’impossibilità dei famigliari di accompagnare le atlete, e considerare le neonate non dei semplici parenti che vanno a fare il tifo per le proprie eroine
Oltre ad essere felici che Sophie sia partita con i genitori per Tokyo, il focus che vorremmo mettere noi del MAMI, è nelle parole scelte dai titolisti per diffondere questa notizia (che forse non dovrebbe neppure essere una notizia).
QUELLO CHE DICI E SCRIVI FA CULTURA, BADA A COME PARLI E BADA A COME SCRIVI
Esiste un documento che le associazioni che si occupano di allattamento in Italia hanno creato per la SAM 2011, e rieditato nel 2019
Una pubblicazione volta a rendere più efficace la comunicazione dei temi relativi all’allattamento, pensata per giornaliste/i, blogger, speaker, e tutte le comunicatrici e i comunicatori, con suggerimenti utili per farsi portavoce di questo tema e per farlo in maniera efficace, divenendo protagoniste/i di una nuova cultura dell’allattamento:
BADA A COME PARLI E BADA A COME SCRIVI! PERCHÉ QUELLO CHE DICI E SCRIVI FA CULTURA!
Per esempio, cosa vi suggerisce un titolo come questo?
“Finalmente Olimpiadi Baby-Friendly
grazie alle atlete olimpioniche neomamme“
Con un titolo simile a questo, non si va a sottintendere che la norma biologica, ossia l’allattamento, debba essere autorizzato da qualcuno e nemmeno che i neonati debbano avere il permesso per stare con la loro mamma o con chi se ne prende cura abitualmente.
Ecco perché rinnoviamo l’invito a tutti giornalisti, gli operatori della salute e le promotrici e promotori dell’allattamento ma anche al grande pubblico, ad affidarsi a questo strumento, che, come afferma la Dott.ssa Angela Giusti nell’introduzione, “fornisce informazioni scientificamente fondate” e permette di non incappare in modi di dire ormai diventati abituali ma che nascondono e promuovono inconsciamente una falsa informazione. Come per esempio esprime il Dott. Adriano Cattaneo nel suo contributo al documento: “L’equivoco della par condicio” “Gli enormi interessi si trasformano in un’enorme pressione sulle figure chiave nella trasmissione della cultura: gli operatori sanitari e i giornalisti, che spesso finiscono per essere inconsapevoli vettori di interessi che non hanno nulla a che fare con la salute e il benessere di madri e bambini”
Per approfondire e scaricare liberamente il documento, leggi l’articolo dedicato
Nota: nonostante nel testo si utilizzino i termini “bambina” e “neonate” al femminile, ci si riferisce naturalmente a tutti i bambini e a tutte le bambine.