Da settembre 2019 la Camera dei Deputati si attrezzerà per tutelare le esigenze delle Deputate che allattano.
Dopo la bocciatura nel dicembre 2017 della proposta di emendamento al Regolamento del Senato, ancora una volta questo tema tra i banchi di Montecitorio. Questa volta però in Parlamento sono passati due diversi ordini del giorno, a firma delle deputate Fabiana Dadone e Paola Carinelli, che hanno proposto due soluzioni complementari: allestire uno spazio adiacente all’Aula predisposto per l’allattamento e configurato in modo tale da permettere la votazione elettronica; consentire alle neo-mamme che invece non sono a Montecitorio di potersi assentare dai lavori d’Aula per l’allattamento in maniera giustificata.
Il Presidente Roberto Fico si è impegnato a convocare la Giunta per il Regolamento subito dopo la pausa estiva per mettere in pratica le novità. “Sono rattristata da alcuni commenti ricevuti e che possono leggersi nel racconto stenografico, ma ancor più felice che la Camera faccia un passo avanti per aiutare le deputate neomamme che rientrano al lavoro. In Italia ancora oggi tante donne hanno difficoltà a continuare ad allattare quando rientrano a lavorare. Io credo che la Camera, come una delle più alte istituzioni dello Stato, in questo senso possa e debba dare un bell’ esempio a tutti i datori di lavoro” afferma Paola Carinelli “Queste misure avranno anche un rilevante impatto simbolico, per diffondere e consolidare tra i cittadini il valore del rispetto dei diritti delle mamme e dei neonati!”
“Ogni mamma sa perfettamente dove è giusto che allatti il suo bambino ” hanno affermato sia l’On. Giorgia Meloni che l’On. Paolo Siani sottoscrivendo l’ordine del giorno e rispondendo all’On. Trizzino che aveva affermato che “il microclima del Parlamento è paurosamente insalubre e fuori da ogni tutela igienica ”
Resoconto stenografico dell’Assemblea
Seduta n. 220 di giovedì 1° agosto 2019
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli.Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carinelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Prego, deputata.
PAOLA CARINELLI (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e voglio spiegarne brevemente i motivi.
Innanzitutto, cosa prevede questo ordine del giorno? Prevede la possibilità di poter allattare in Aula per le neomamme esclusivamente durante le votazioni.
Non accetto la riformulazione perché la riformulazione proposta va in una direzione diversa, cioè prevede che vengano fatti degli ulteriori spazi e delle ulteriori sale nelle adiacenze dell’Aula, però sono comunque spazi che sono al di fuori dell’Aula per cui in questi spazi le deputate mentre allattano non potrebbero esprimere il proprio voto. Infatti, io sottolineo che è questo il punto, cioè la possibilità di poter esprimere il proprio voto ed è il motivo per cui mi fa piacere che si stia valutando la possibilità di inserire delle missioni temporanee oppure già i gruppi possono magari dare delle assenze giustificate alle deputate, però comunque non è la stessa cosa perché in missione non si può esprimere il proprio voto.
Io ne faccio proprio una questione anche relativa al ruolo che abbiamo qui dentro e del fatto che esprimere un voto è un diritto di tutti i deputati e anche un dovere, perché esprimere il voto è proprio adempiere al nostro dovere. Per questo la missione come anche le sale adiacenti, visto che, purtroppo, non è possibile votare da remoto, non possono fungere a questo scopo.
Io chiedo che sia posto in votazione il mio ordine del giorno e sono anche curiosa di vedere come andrà la votazione, perché di questo argomento se ne parla da tanti anni, se ne è parlato anche al Senato nella scorsa legislatura e io ne ho parlato spesso con tanti colleghi e ho visto che ci sono opinioni diverse e anche sensibilità diverse che io rispetto. Per cui, magari viene fuori dalla votazione che siamo solo io e altre venti persone, ad esempio, che la pensano come me, cioè che pensano che questa cosa sia giusta e, allora, almeno la smetterò di stalkerizzare il questore e la Presidenza con questa proposta.
Voglio fare solo una precisazione a scanso di equivoci, cioè che non tratta questa proposta…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Mi scusi, deputata Carinelli. Colleghi, non è possibile continuare così! Aspetti, deputata Carinelli, aspetti… Non c’è bisogno di sibilare, colleghi. Prego, deputata Carinelli.
PAOLA CARINELLI (M5S). Grazie. A scanso di equivoci, io voglio precisare che non si tratta di fare entrare bambini di ogni età in Aula o in ogni momento, ma si tratta esclusivamente di bambini allattati al seno nel momento dell’allattamento, per cui ragionevolmente nei primissimi mesi di vita, ed esclusivamente durante le votazioni, in modo da non perdere il voto. Per cui, non parliamo di orde di bambini e basterebbe predisporre, magari, un paio di postazioni, magari nella parte alta dell’Aula in modo che si è vicini all’uscita.
Come dicevo, non è la prima volta che viene fuori questa discussione. Al Senato, nella scorsa legislatura, sono venute fuori cose anche un po’ così; infatti, qualche senatore ha detto che allattare era un atto, secondo lui, troppo intimo per essere fatto in un’Aula parlamentare o che l’Aula parlamentare non era un luogo salutare per i bambini. Adesso, io non voglio entrare nei dettagli, però non mi pare che un’Aula parlamentare sia meno salutare rispetto ad altri luoghi pubblici, perché non vorrei sembrarvi una madre degenere ma io quando allattavo non stavo 24 ore su 24 in casa e ho anche allattato in posti pubblici.
E questo mi porta all’altra motivazione, che è quella un po’ principale che mi è stata data dalla Presidenza in questi mesi, cioè che l’Aula non è un luogo sicuro e che non ci sono le condizioni di sicurezza. Però, a me questa cosa lascia molto perplessa, in primo luogo perché, come dicevo, secondo me c’è la possibilità di prevedere delle postazioni magari nella parte alta dell’Aula o, comunque, vicino alle uscite di sicurezza, postazioni che quindi potrebbero essere più sicure di altre, e poi perché mi fa un po’ quasi sorridere che mi venga detto che un’Aula parlamentare non è sicura: invece, è più sicuro portare i bambini a passeggio nelle nostre strade, sui marciapiedi stretti delle nostre città dove ci sono auto che sfrecciano ben oltre i 50 chilometri orari? O portarli sui mezzi pubblici, dove spesso io devo togliere mio figlio dal passeggino e tenerlo in braccio senza cinture di sicurezza? O in aereo, dove quando si allatta comunque il carrellino delle bibite spesso rischia anche di urtare la testa?
Sinceramente, ci sono molti altri motivi più gravi di sicurezza e quest’Aula non mi sembra meno sicura di altri nostri luoghi delle nostre città dove noi tranquillamente portiamo i nostri bambini e – ripeto – non mi pare che allattare in Aula sia una cosa così scandalosa.
Allattare in pubblico non dovrebbe essere un problema e io spero che non sia un problema per i miei colleghi e poi vedremo se magari invece qualcuno la pensa diversamente. Però, allattare è un gesto assolutamente naturale e dovrebbe essere normale poterlo fare in pubblico. Purtroppo, non è così perché è capitato e capita ancora – purtroppo troppo spesso – che tante donne abbiano problemi o ricevano occhiatacce quando allattano in pubblico.
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLA CARINELLI (M5S). Concludo. Io invito soltanto sommessamente, colleghi, a riflettere anche sul ruolo che ha quest’Aula, sull’autorevolezza che ha quest’Aula e sull’importanza degli esempi. Se noi per primi chiediamo ai datori di lavoro di aiutare le mamme che rientrano al lavoro, come possiamo noi per primi non mettere le neomamme in condizione di poter svolgere il loro lavoro? Tante, troppe donne ancora oggi si fanno problemi ad allattare in pubblico e viene loro chiesto magari di uscire da un bar o di coprirsi addirittura. Allora, se noi per primi non superiamo questo tabù, come pretendiamo che altri lo facciano?
Io vi prego: riflettiamo sull’importanza e sull’autorevolezza che ha quest’Aula e sull’importanza degli esempi. Io dico solo che questa non è una questione politica e mi pare evidente che vada al di là di ogni colore politico e di ogni appartenenza politica. Per cui, io dico di votare quello che volete, però votate secondo la vostra sensibilità e secondo la vostra coscienza e chiedo anche ai capigruppo di lasciare, per una volta, libertà di voto ai propri deputati (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Colleghi della Lega! Colleghi del Partito Democratico! Prego, deputato Fusacchia.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Volevo solo dire che, quando avevo letto l’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli, non ero riuscito a formarmi un’opinione netta. Però devo dire che, alla luce delle argomentazioni che ha proposto la collega e anche di un po’ di come dire sentore diffuso con un qualche “basta!”, qualche “dai!” di troppo, volevo sottoscrivere, se è possibile, l’ordine del giorno e invitare tutti a votarlo perché penso che sia un atto di civiltà importante e farebbe fare un passo significativo in avanti all’Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Non aggiungo molto a quanto ha detto la collega Carinelli che ha già espresso molte delle motivazioni che spingono anche me a sostenere l’ordine del giorno. Ovviamente, come si nota, non sono una persona atta all’allattamento della prole, però ho una compagna che ha allattato i miei figli per lungo tempo. A prescindere da come vada la votazione dell’ordine del giorno, a me preme comunicare al Collegio dei Questori che, come già sta facendo il Ministero della Salute ormai da anni, ossia far fare campagne informative per la promozione dell’allattamento al seno che credo che sia importante e fondamentale, credo che anche l’istituzione di cui noi facciamo parte deve dare il suo contributo. A prescindere dal fatto che l’ordine del giorno venga approvato o non approvato, chiedo al Collegio dei Questori di fare in modo che anche la Camera dei deputati in qualche modo comunichi alla popolazione e ai cittadini che l’allattamento al seno è importante per i nostri bambini. Farlo diciamo con l’allattamento in Aula credo sia una cosa anche visivamente importante, a prescindere dall’importanza per il deputato di votare, e comunque sia un modo per dire fuori che tuteliamo le nostre deputate che sono qui a lavorare e che permettiamo loro di allattare i loro figli qui, nel loro luogo di lavoro: credo che sia già una cosa importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.
VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo perché vorrei sottoscrivere l’ordine del giorno della collega e sostanzialmente condividere il fatto che, al di là del problema pratico dell’allattamento, credo che sia un segnale importante che le donne debbano dare anche all’interno dell’istituzione. D’altra parte non saremo il primo Parlamento né in Europa né nel mondo: ritengo che sia un gesto di civiltà importante che il Parlamento può votare. Quindi sottoscrivo l’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Se la collega Carinelli è d’accordo, vorrei sottoscrivere, a nome del gruppo, l’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli per il merito di esso e anche per le ragioni accessorie a cui ha fatto riferimento il collega Fusacchia, perché ci sono rumoreggiamenti e rumoreggiamenti e alcuni rumoreggiamenti hanno un vago sapore machista e poco sopportabile (Commenti) che dunque spinge ancor di più nella direzione di un passo in avanti nella civiltà dell’Aula e del Parlamento.
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
NICOLA FRATOIANNI (LEU). E, come si vede, quelle preoccupazioni erano assai fondate.
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, non andiamo avanti se non si fa silenzio da tutti i banchi. Colleghi… colleghi del MoVimento 5 Stelle, del Partito Democratico, della Lega.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Solo per dire che, come gruppo del Partito Democratico, lasciamo ai colleghi libertà di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI (PD). Signor Presidente e onorevoli colleghi, sono assolutamente d’accordo sull’apprezzare la motivazione della proposta, che è dare la giusta dignità anche alle lavoratrici del Parlamento. Le donne hanno diritto di allattare sul luogo di lavoro: questo è il diritto.
Io voglio ricordare a tutti noi, signor Presidente, che ci sono anche i diritti dei bambini, i diritti dei neonati (Applausi) che hanno anche loro, pur nella loro silente esistenza, il diritto ad un allattamento sereno in un luogo adeguato. Quindi credo che sia doveroso – lo chiedo ai Questori e a lei Presidente – dare modo alle deputate che devono allattare di avere un luogo adatto (Applausi) vicino all’Aula dove possano, quindi, con un giusto equilibrio esercitare il loro diritto e dove i bambini possono essere allattati in completa serenità. Non sto qui a citare quanto Maria Montessori ha detto e insegnato con la sua pedagogia relativamente all’allattamento sereno e il più possibile silenzioso. Ditemi come si fa ad allattare in un’Aula così (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, che cosa succede? Se vuole intervenire, si iscriva a parlare non è questo il modo di interloquire con la Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Mi spiace che il dibattito stia in qualche modo uscendo dalla realtà dello stesso. Stiamo parlando dell’opportunità o meno di un allattamento al seno in quest’Aula; non stiamo parlando assolutamente di atteggiamenti machisti che non ci appartengono, almeno per quanto mi riguarda non li ho mai evidentemente verificati nella mia persona o almeno credo.
PRESIDENTE. Colleghi, ma è possibile che non si riesce ad ascoltare il collega che sta parlando? Non è possibile!
ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie Presidente. Quindi, mi ricollego all’ultimo intervento: se è giusto che una mamma possa allattare, anche una mamma parlamentare, credo che l’Aula non sia sicuramente il luogo più adatto per una serie di motivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non certamente per la dignità dell’allattamento, che anzi è qualcosa che credo vada molto oltre anche la dignità dell’Aula. Quindi, con grande serenità, invito il Presidente e invito i responsabili a trovare una soluzione diversa vicino evidentemente all’emiciclo, mettendo magari la mamma in condizioni, se vogliamo arrivare a questo punto, anche di votare nello stesso momento in cui si vota all’interno dell’Aula ma evidentemente da questo, quindi dal mettere nelle condizioni la mamma di fare la cosa più bella del mondo, l’allattamento, a trasformare evidentemente la nostra Aula in una situazione che non ha niente a che fare – ripeto – non ha niente a che fare con quella per cui è abilitata. Mi auguro che ci sia, da parte dell’Assemblea, non una votazione pregiudiziale in un senso o nell’altro, ma una serena disamina della situazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Siani. Ne ha facoltà.
PAOLO SIANI (PD). Chiedo di sottoscrivere l’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli e vorrei potervi spiegare in pochi minuti quanto fa bene il latte della mamma al bambino e alla mamma (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché se voi vi convincete e sapeste… Beh, ma voglio spiegare un secondo…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… dovete far intervenire.
PAOLO SIANI (PD). Arrivo anche a spiegarvi perché voi siete dubbiosi. Se potessi dirvi in pochi minuti, con qualche slide, che cosa è per quel bambino il latte della mamma vi convincereste che è una cosa molto importante e degna consentire alle mamme di allattare ovunque ritengano giusto allattare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché la mamma potrebbe anche voler allattare in un ristorante, in un albergo, per strada. Se noi diamo l’esempio che in quest’Aula non si può allattare, non facciamo un buon servizio né ai bambini né alle mamme (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Però, poi vi chiedo, scusatemi, se tutti pensate – lo pensa anche il mio amico Giorgio – che quest’Aula non è salubre per i bambini, non lo è neanche per me che sono vecchio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ho anche meno anticorpi dei bambini e sono a rischio.
Per cui mettiamo l’Aula in sicurezza poi lasciamo che ogni mamma scelga dove allattare: può essere di lato, può essere in alto; ma non farlo è una discriminazione che non posso sopportare, né per la mamma né per il bambino. E vi assicuro che ogni mamma sa perfettamente dove è giusto che allatti il suo bambino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e nei bassi della nostra città, Presidente, le mamme allattano in ambienti molto meno salubri di questi, molto meno silenziosi, e lo fanno benissimo. Se poi la presenza di un bambino qui che viene allattato rende quest’Aula più salubre, più educata e meno “incasinata”, io ne sono molto contento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cenni. Ne ha facoltà.SUSANNA CENNI (PD). Presidente, solo per sottoscrivere l’ordine del giorno della collega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI (M5S). Presidente, non è la prima volta che in quest’Aula trattiamo questo tema, dell’allattamento dei figli in queste sale, in quest’Aula, e sempre ci sono risate e brusio. Io invece invito tutti i colleghi e le colleghe di quest’Aula non solo a sottoscriverlo, ma anche a votarlo favorevolmente, perché dobbiamo rompere il tabù dell’accudimento dei figli, dei neonati in questo luogo. Siamo la terza istituzione dello Stato: è giusto che fungiamo da modello per le tante realtà aziendali e lavorative di questo Paese. Quindi il mio invito è un invito veramente corale affinché possiamo infrangere questo tabù (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, io credo di poter parlare anche a nome di diversi colleghi e diverse colleghe. Il punto non è una contrarietà all’allattamento naturale al seno: anzi, noi assolutamente appoggiamo – lo ha detto benissimo il collega Siani – l’allattamento al seno, e anzi caldeggiamo che questo possa avvenire in piena libertà in tutto il Paese, e che si dia anche l’esempio. Io chiedo però sommessamente alla collega una riformulazione, se ritiene che ci siano le condizioni: perché vede, questo è un luogo, tutto questo luogo, tutto il Parlamento… Perché non c’è soltanto il diritto della deputata ad allattare, c’è anche il diritto delle commesse e delle altre lavoratrici di questo luogo tutto a poter allattare nel luogo di lavoro (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E allora mi domando se non è più opportuno, se non si dà un esempio più largo, e anche la possibilità di esercitare tutte quella libertà, se invece di limitare l’ordine del giorno all’Aula si potesse riformulare l’ordine del giorno facendo sì che ci siano postazioni adeguate in tutto questo edificio. Perché il tema è che, se anche ci sono postazioni adeguate per altre lavoratrici, e se anche noi vogliamo affermare che le colleghe deputate sono lavoratrici e quindi hanno la possibilità di esprimere questo diritto, alcuni e alcune di noi hanno il dubbio che l’Aula possa essere il luogo in cui farlo. E allora, se vogliamo cercare, come diceva anche l’onorevole Ciprini, un largo consenso rispetto a questo ordine del giorno, forse una riformulazione che non limiti all’interno dell’Aula la possibilità dell’allattamento aiuterebbe tante e tanti di noi a votare favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO (M5S). Presidente, io vorrei parlare del tema dei bambini in generale (Commenti).
PRESIDENTE. Continui, Gallo. Colleghi, per favore!
LUIGI GALLO (M5S). Perché sostanzialmente, se noi ci pensiamo, i bambini, che poi sotto i 18 anni noi definiamo “minori”, come se fossero di meno di qualcosa, non sono negli spazi della nostra società. Voi ci dovete pensare: li confiniamo spesso in determinati spazi, la mattina all’interno della scuola; li recuperiamo poi dalla scuola e li confiniamo in altri spazi chiusi. Non hanno in questo momento il più delle volte spazi di cittadinanza all’interno di tutte le istituzioni. E io credo che anche questo ordine del giorno, che sottoscrivo, dia lo spazio di cittadinanza ai bambini che noi neghiamo, perché pensiamo che essi non possano essere trattati come degli adulti, non possiamo dialogare con loro alla pari, quando essi sono capaci, i bambini, i ragazzi, di portarci dei profondi cambiamenti.
Chi ha dei figli sa benissimo di che cosa parlo, sa benissimo che dico che un bambino, con un confronto reale, può portare dei profondi cambiamenti nelle persone e negli adulti.
Quando allora si dice che quest’Aula non è un’Aula serena, o non è un’Aula adatta ai bambini, noi dovremmo adeguarci probabilmente a renderla adatta ad uno spazio per i bambini e ad uno spazio per i ragazzi: perché se la rendiamo adatta ad uno spazio per i bambini significa che è adatta anche per noi. Probabilmente noi stiamo facendo violenza anche a noi adulti, quando rendiamo quest’Aula non adatta alle discussioni: quindi non vedo questo come un tema da portare sul piatto nel momento in cui stiamo discutendo.
E poi successivamente l’ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 prevede la possibilità, per chi non vorrà allattare in Aula, di portare i figli in altri luoghi vicini all’Aula e mettersi in missione ed allattare fuori dall’Aula; ma permettiamo a chi invece vuole avere questa possibilità in Aula di farlo. Quindi credo che vada approvato sia quest’ordine del giorno che l’ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 che prevede altre modalità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.
GIORGIO TRIZZINO (M5S). Presidente, io comincio ad appassionarmi a questo dibattito, le debbo confessare, perché mai avrei immaginato, da direttore medico di un ospedale pediatrico, dove la tutela dell’igiene, del microclima è massima, e si cerca in ogni modo non soltanto di salvaguardare il diritto dell’essere umano a nascere, ma anche di tutelarlo in tutte le fasi successive, quindi cercando le condizioni migliori, compresa quella dell’allattamento; mai avrei immaginato in quelle condizioni, appunto, da direttore di un ospedale pediatrico, che qui, dentro Montecitorio, si chiedesse di allattare, in questo microclima paurosamente insalubre (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), paurosamente fuori da ogni tutela igienica un essere umano, una piccola creatura che ha necessità di silenzio, di aria pulita, di condizioni totalmente diverse da quelle che questo ambiente gli può garantire. Mai avrei immaginato di ascoltare quello che oggi ho sentito, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E pertanto io, pur comprendendo il diritto, ed essendo il primo da questo punto di vista a rispettarlo e a pretenderlo, delle donne ad allattare in qualsiasi ambiente, anche in un contesto come questo, però invito tutti voi a farvi un esame di coscienza e ad essere realistici: immaginate un bambino di pochi mesi qui dentro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Al di là della polemica che sta venendo fuori, è assolutamente fuori da ogni logica immaginare una cosa del genere.
Naturalmente troviamo altre soluzioni: faccio appello a lei e ai questori, troviamo altre soluzioni, ma allontaniamo da noi questa cosa assolutamente fuori da ogni norma igienica. Faccio appello alle vostre coscienze, colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Liuni. Ne ha facoltà.
MARZIO LIUNI (LEGA). Presidente, per fare un attimo di chiarezza inviterei il questore D’Incà a rileggere la riformulazione, che nella confusione di prima penso che pochi abbiano sentito. E accompagnata alla riformulazione dell’ordine del giorno Carinelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, rileggerei quella dell’ordine del giorno Dadone n. 9/Doc. VIII, n. 4/35, che va in una direzione di soluzione che è volta a proteggere i bambini e le mamme (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Prego, Questore D’Incà, poi continuiamo con gli interventi, riascoltiamo la riformulazione.
FEDERICO D’INCA’, Questore. Grazie, Presidente, per rispondere al collega Liuni e ai tanti colleghi che sono intervenuti. Rileggiamo insieme la riformulazione dell’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Carinelli: “a valutare l’opportunità di proseguire nell’attuazione di misure volte a facilitare l’accudimento dei neonati da parte dei deputati genitori durante l’esercizio delle funzioni connesse al mandato parlamentare, in particolare operando per l’individuazione di spazi idonei all’allattamento nelle immediate prossimità dell’Aula.” Questo cosa vuol dire (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega-Salvini Premier)? Vuol dire questo: che stiamo cercando di poter trovare delle stanze, la riflessione è sull’emiciclo superiore, quindi appena dietro alle ultime postazioni, dove si possa avere una stanza idonea per l’allattamento, quindi in prossimità dell’Aula.
L’ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Dadone, invece, permetterebbe un’altra cosa – ed è questa, secondo me la riflessione, perché andavano visti insieme – con la sua riformulazione: “a valutare l’opportunità di introdurre apposite cause di giustificazione per le deputate che abbiano la necessità di allontanarsi dalle Aule parlamentari nei momenti di allattamento, assicurando apposita evidenza a tale fattispecie nei documenti riepilogativi delle assenze giustificate, eventualmente investendo la Giunta per il Regolamento ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nelle competenze di quest’ultima”. Pure questo ha il significato di permettere alle persone di non vedersi perdere voti nell’Aula senza un’adeguata giustificazione, è una sorta di giustificazione come viene data da parte dei gruppi parlamentari nei confronti dei singoli parlamentari.
Lo ripeto, io ho una figlia di tre anni e mia moglie allatta ancora, quindi c’è la massima vicinanza nei confronti di questo importante momento per il bambino. E proprio nelle parole del collega Trizzino, abbiamo individuato l’Aula, che ha comunque cento anni – io mi sono più volte in questi giorni confrontato con la collega Carinelli e siamo su posizioni diverse, ma entrambi a favore del bambino – e in particolare, come Collegio, abbiamo evidenziato la problematica di un’Aula che è stata pensata cento anni fa, è stata pensata chiaramente per soli uomini ed è fatta in una maniera per cui, molto spesso, vi è una enorme confusione, in alcuni momenti, dove non sempre alcune persone intervenute si sono comportate in maniera adeguata forse all’Aula; forse io stesso nella scorsa legislatura ho fatto delle azioni, mentre ero all’opposizione, che potevano produrre danno nel momento in cui si pensasse di avere un bambino in fase di allattamento all’interno dell’Aula.
E in questa riflessione, il ragionamento è stato di poter avere una stanza nelle prossimità immediate, quindi vuol dire a pochissimi passi, e potere, in qualche maniera, permettere alle persone di uscire e rientrare per delle votazioni consecutive, avendo anche una giustificazione.
È a favore delle garanzie del rapporto madre-figlio e, in qualche maniera, per riuscire a far sì che dal punto di vista della rumorosità… sentite anche in questo momento, il momento deve essere anche di partecipazione da parte di molte persone, c’è comunque confusione in Aula, c’è comunque un senso di insalubrità per colpa della luce, per colpa anche di un microclima interno. Ecco perché le parole di Trizzino sono particolarmente importanti e io lo ringrazio per il suo intervento, ma tutto è visto in favore del bambino.
Poi è chiaro che – e aggiungo un’ultima parte – nella riforma costituzionale noi avremo, credo, una diminuzione, se questo andrà a buon fine, di 230 parlamentari in Aula. È chiaro che avremo due sezioni molto probabilmente vuote nella prossima legislatura, per cui forse ritengo che si potrebbero avere degli spazi adeguati dove almeno la sicurezza interna sia adeguata nei confronti dei neonati, però, è chiaro, questa è una riflessione per il Collegio dei questori che verrà in futuro, delle persone che saranno poi qui nella prossima legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cortelazzo. Ne ha facoltà.
PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Presidente, colleghi, per non banalizzare l’argomento che abbiamo trattato e ascoltato – e ovviamente mi sento molto vicino, in riferimento all’intervento del collega Trizzino – da genitore di una ragazza che ha ormai sedici anni, ricordo perfettamente le fasi neonatali della bimba.
Non vorrei che i colleghi e colleghe si fossero solamente soffermati sull’aspetto dell’allattamento. Guardate che un neonato – non insegno nulla a nessuno, tantomeno alle mamme – ha anche altre necessità impellenti: il cambio, forse ancora con più reiterazione rispetto all’allattamento.
E allora, ripeto, per non banalizzare e far proprie le considerazioni del collega Trizzino di un ambiente igienicamente predisposto, cosa predisponiamo, anche i fasciatoi dentro l’Aula? Perché ha le stesse necessità, il bambino neonato, di essere cambiato, perché voi capite le parti intime che si umidificano.
E allora, attenzione a non percorrere o ad essere troppo limitativi rispetto al solo allattamento. È giusto e corretto che ci siano delle aree predisposte all’interno dello stabile di Montecitorio e non suggerisco nulla a Questori, tecnici e quant’altro: un monitor, una scatoletta come questa e voti tranquillamente, con la necessità e la legittimità del deputato. Per cui, non andrei ad intrufolarmi in questioni, che poi sono, ripeto, limitative, solo per l’allattamento. E non scambiare l’Aula, che non è sicuramente un ambiente… pensate solo, d’inverno, alle influenze, tonsilliti e quant’altro. Ecco, io sarei molto, ma molto cauto, anche rispetto all’ultima considerazione – che capisco che è una sorta di invito ad essere collaborativi – del Questore D’Incà, sul fatto che ci saranno aree dell’Aula libere forse nella prossima legislatura. L’Aula non è un ambiente sano per allattare o per pulire i sederini dei nostri neonati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pini. Ne ha facoltà.
GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Solo poche cose: innanzitutto, anch’io per sottoscrivere l’ordine del giorno e per mettere in evidenza due cose che potrebbero aiutare il nostro dibattito. Questa istituzione e il ruolo dei parlamentari è stato pensato in un’epoca in cui – ancora adesso, in realtà, però all’epoca ancora di più – lo poteva esercitare solo chi era di sesso maschile, solo gli uomini. È sempre stato così e pian pianino si sta, invece, andando verso una rappresentanza anche delle donne.
Questo ha fatto sì che nell’ultima legislatura, soprattutto nella XVII, ma anche in questa, si stiano iniziando a porre delle questioni che pongono le donne, le quali innanzitutto è un bene che siano elette, perché pongono un altro punto di vista nella legislazione, ma anche nel nostro modo di organizzarci. Quindi, c’è stata, per esempio, la possibilità per le mamme di arrivare qui con la tata e portare il bambino nel retro, ci sono altre possibilità.
Se c’è la questione del fasciatoio io sono assolutamente d’accordo, bisognerebbe inserire all’interno dei bagni la possibilità, per esempio, di cambiarli. Ma non è questa, la questione.
La questione che si pone in questo momento è un’altra, visto che noi non abbiamo un contratto nazionale del lavoro, noi siamo un’altra cosa e abbiamo delle altre esigenze, non abbiamo neanche la maternità ovviamente perché abbiamo delle assenze giustificate, quindi questa non è la questione. La questione è se io come deputata, nel momento in cui divento anche madre, nel momento in cui voglio essere qui per un particolare motivo – perché non è che subito dopo che ho avuto un figlio e sono nel periodo dell’allattamento il primo pensiero è venire qui a discutere -, in un particolare contesto, per una particolare occasione, per un determinato periodo di tempo, se mi dovessi trovare nella necessità e volessi seguire un provvedimento che magari ho anche seguito e dovessi votare, io possa avere la possibilità di allattare.
Sulla insalubrità di questo luogo, specialmente per come ci rapportiamo tra di noi spesso e volentieri, ma anche sulla qualità dell’aria, potremmo anche discutere; dopodiché, a questo punto non capisco perché ci chiudiamo gli occhi e le orecchie e anche la bocca davanti all’insalubrità dell’aria delle nostre città e davanti all’insalubrità dell’aria anche dei nostri ospedali a volte. Ci sono delle situazioni molto complesse, allora questa non può essere una scusa.
E non vorrei neanche in questo Parlamento sentire uomini che spiegano come sia….Una madre e un padre, ovviamente, tengono per prima cosa alla salute del proprio bambino e non metterebbero mai a rischio la salute del proprio bambino per farsi fare una foto in Aula mentre allattano. Stiamo parlando di situazioni molto precise e puntuali, ma visto che noi siamo stati delegati dagli elettori a rappresentarli e a legiferare, credo che abbiamo anche la capacità di pensare ai nostri figli, nel caso, e alla loro salute, quando siamo qui ad allattare: non stiamo dicendo cose terribili. Capisco che sia uno shock vedere qui dentro un neonato per alcuni, ma è anche uno shock positivo, nel senso che forse è il momento in cui, anche in questo Paese, si pensi che le donne che fanno politica e hanno dei ruoli istituzionali possono essere anche madri, sono figlie, sono sorelle, sono mogli, sono compagne, hanno una vita; questa non è una cosa che va nascosta in un angolino, ma è una cosa che esiste e che è parte integrante della nostra vita. Quindi, non credo che ci sia niente di terribile o che da domani vedremo qui orde di neonati; insomma, credo che sia un buon modo per iniziare ad aprire, anche qui dentro, il dibattito politico sulla vita dei cittadini, che spesso si vedono negato anche il diritto d’allattamento, aprendo gli occhi anche a chi, in quest’Aula, a volte non è pienamente cosciente di quanto sia grande il dibattito attorno a questi temi, fuori da quest’Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema è estremamente affascinante e credo non secondario, anche per il messaggio che noi diamo alla società italiana. Per come la vedo io, una donna dovrebbe poter allattare suo figlio ovunque lo ritenga necessario. Per come la vedo io, è un problema che nella società italiana noi consideriamo i figli come un ostacolo; è un problema, per come la vedo io, il fatto che, spesso, una donna che allatta venga vista come qualcosa di brutto, qualcosa che va allontanato, qualcosa che va nascosto; non è una cosa che va nascosta. Una madre che allatta suo figlio è una cosa straordinaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia) e che, tra l’altro, è utile per l’intera società. Lo dico perché questo dibattito che noi facciamo e che riguarda le parlamentari, per cui poi arriverò anche a fare una proposta di soluzione, poi, inevitabilmente, si allarga al di fuori dei confini di quest’Aula. Noi, ogni giorno, o, comunque, molto spesso, commentiamo notizie di donne che sono state allontanate dai luoghi di lavoro, dai bar, dalle stazioni per questo. Io ho allattato mia figlia in treno per la prima volta e aveva dodici giorni; io sono una di quelle donne che non si è potuta permettere la maternità (“permettere” tra virgolette); mi sono trovata ad allattare mia figlia ovunque nei suoi primi sei mesi di vita; l’ho allattata fino a un anno e tre mesi – si figuri -, su treni, aerei, in mezzo alla strada. Comunico ufficialmente che si possono allattare i propri figli senza far vedere i propri seni al genere umano, senza fare scene discinte; si può tranquillamente fare, perché siamo nel terzo millennio e abbiamo imparato a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia). Quindi, attenzione al messaggio che diamo, rispetto al tema della maternità.
L’altra cosa che voglio dire, da madre e non da medico, è che una donna sa dove può allattare suo figlio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico). Non ci sono luoghi salubri e luoghi insalubri: le madri lo sanno, le madri, più di chiunque altro – e questo mi disse anche il primo pediatra con il quale ho parlato -, lo sanno. Però, questo è anche un po’ il punto della discussione. Io sono d’accordo, da madre, sul fatto che quest’Aula, come diceva il collega, potrebbe non essere un posto adatto ad allattare il proprio bambino; io probabilmente mia figlia, qui, non l’avrei allattata e quindi credo che noi dobbiamo tutelare anche il diritto di quelle parlamentari che dovessero diventare madri e che volessero allattare la propria figlia o il proprio figlio, ma che non lo volessero fare all’interno di quest’Aula. Voglio dire alla collega che ha formulato questo ordine del giorno, perché queste battaglie non devono diventare ideologiche altrimenti ci facciamo del male, che mi pare sia sensata la proposta di riformulazione, ma mi porto un pelino avanti e faccio una richiesta ai questori. È vero, infatti, anche che il tema di avere una postazione nella quale puoi allattare tuo figlio e sei giustificato al non voto, per carità, ti aiuta, però non è neanche completamente giusto perché, come diceva la collega che ho di fronte, se io stessi seguendo un provvedimento e volessi votare, non sarebbe neanche giusto che, per allontanarmi dall’Aula per allattare mio figlio, io non potessi votare. Non sono d’accordo sul fatto che ciò equivale a cambiare un bambino, perché per cambiare un bambino ci vogliono mediamente quattro minuti, per una madre che è abituata, mentre per allattarlo ce ne possono volere 40, quindi cambia completamente il principio.
Allora, mi appello ai Questori: scusate, signori colleghi Questori, ma, in quest’Aula, nella quale di risorse ne abbiamo per spendere e per fare cose molto importanti, mettere una postazione per allattare e da dove si possa anche votare è impossibile fuori da quest’Aula, o si può tentare di fare? (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico). Forse ciò potrebbe mettere insieme tutti i problemi che abbiamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, sarò brevissimo. La mia richiesta era proprio verso i Questori per inserire un inciso al fine di poter mettere una postazione, eventualmente, con una richiesta regolamentare, per poter votare, laddove la collega debba allattare o cambiare il bambino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO (PD). Mi rivolgo a lei, signor Presidente, perché il tema è naturalmente molto importante e tutti riconosciamo che deve trovare una soluzione, però la discussione ha fatto fin qui registrare posizioni diverse e articolate con diverse proposte. Ora, io mi chiedo se sia davvero esito di questa discussione semplicemente un voto in cui ci dividiamo su come allattare i bambini, o se invece non sia più ragionevole che il Presidente della Camera, con l’Ufficio di Presidenza e i Questori, raccolga questa discussione e ci avanzi, in una delle prossime sedute, una proposta operativa che dia soluzione al problema.
Infatti, siccome siamo tutti d’accordo che al problema una soluzione va data, considererei un po’ infantile mettersi a tutti i costi a votare, distinguendosi tra chi vuole farlo in Aula, chi vuole la postazione, chi vuole di qui e chi vuole di là (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); mi sembrerebbe ragionevole che il Presidente, insieme al Collegio dei questori, all’Ufficio di Presidenza, preso atto della volontà della Camera di dare una soluzione al problema, si riservi di avanzare una proposta su cui si possa avere un consenso unanime dell’Aula stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, io vorrei aggiungere alcune considerazioni a questo interessante dibattito. Intanto, è stata detta da chi di mestiere, appunto, fa il pediatra – il collega Siani – l’importanza dell’allattamento al seno, l’importanza per i bambini e anche per le madri; è una pratica che va comunque promossa, una pratica che fa bene e, dunque, che deve essere anche considerata positiva per questo Parlamento. Nella scorsa legislatura noi abbiamo iniziato questo percorso e abbiamo destinato dei locali, anche se non vicini a quest’Aula, per i bambini per l’allattamento, però non siamo andati fino in fondo perché non c’erano le condizioni per poterlo fare. Ora, è vero, quest’Aula non favorisce l’intimità e l’allattamento è anche un momento di intimità tra la mamma e il bambino, però è anche vero che spesso si allatta in luoghi che non favoriscono l’intimità; la collega Meloni ci ha ricordato come lei si sia trovata a fare l’allattamento in luoghi sicuramente pubblici. Io penso che riuscire a consentire la presenza di bambini in quest’Aula e l’allattamento significhi rompere un tabù…
PRESIDENTE. Deputata Ravetto…
LAURA BOLDRINI (LEU). Quindi, signor Presidente, consentire la presenza di neonati e l’allattamento al seno in quest’Aula è un passo importante; è un passo importante che significa rompere un tabù in questo Paese. Vuol dire promuovere una pratica sana, che fa bene e, anche, far capire che l’allattamento non è qualcosa di cui vergognarsi. Io penso che sarebbe un bell’esempio per il nostro Paese.
Ora, la riformulazione del Questore D’Incà mi sembra un tentativo di mediazione, forse però è anche un po’ un gioco al ribasso; allora, come dire, a questo punto si evita di arrivare fino in fondo, come abbiamo fatto nella scorsa legislatura, e si trova quindi una via di mezzo.
Non so, signor Presidente, se non sia il caso di cogliere l’occasione per farlo più lungo questo passo e per consentire una bella pratica che fa piacere vedere, anche, che comunica qualcosa di sano, qualcosa di positivo, anziché giocare un po’ al ribasso e dire: troviamo una stanza qui vicino per poi consentire che questo avvenga comunque fuori da quest’Aula.
Quindi, abbiamo la scelta di andare fino in fondo oppure di riconsiderare questa opportunità e fare come nella scorsa legislatura, che fu una soluzione mediata, che però, appunto, non ha dato l’esito auspicato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, grazie. Da Ministra della Pubblica amministrazione, quando una donna fu allontanata da un ufficio pubblico perché allattava, feci immediatamente una circolare per consentire che, liberamente, le donne, se lo sceglievano, potessero allattare negli uffici pubblici. Vorrei anche ricordare le parole di Papa Francesco, che aveva invitato, qualora lo volessero, le mamme anche ad allattare durante le messe nelle chiese. L’ultima cosa che mi sembra molto importante quando si affrontano temi come questo è quella che diceva la collega Meloni: usciamo dalle ideologie. Tra gli interventi che ci sono stati quello più vicino alla mia sensibilità è stato, oggi, proprio quello della collega Giorgia Meloni, da cui mi distingue e mi distanzia tutto, ma oggi su questo tema ci siamo trovate, e credo che questa sia una cosa importante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d’Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, noi siamo un Paese con un grande problema di natalità, e siamo un Paese con un grande problema di natalità perché è faticoso, per le mamme e i papà italiani, fare i figli, perché nel nostro Paese c’è poco spazio per i bambini. La discussione che stiamo facendo oggi, quindi, è una discussione, secondo me, con un grande significato simbolico: se non c’è spazio, se non troviamo spazio anche alla Camera dei deputati, per rendere meno faticoso per le mamme e per i papà prendersi cura dei loro figli, è un problema. Come diceva il collega Fassino, sarebbe un peccato se finisse come un voto in cui ci si spacca su chi è favore o chi è contrario all’allattamento, se ci si spacca su chi è a favore delle mamme che allattano e chi, invece, pensa che le mamme debbano essere allontanate dai luoghi pubblici per allattare. Io intervengo per sottoscrivere le parole della collega Meloni e della collega Madia: penso che le mamme devono poterlo fare in Aula, se lo ritengono, o vicine all’Aula, senza mettere questo in contraddizione con il nostro dovere di essere dei deputati presenti. Penso che su questi temi non possa governare il Regolamento della Camera, scusate. È un tema simbolico, è un tema importante, e la risposta non può essere che il Regolamento non prevede qualche cosa. Chiederei quindi ai Questori, se possibile, di riformulare la loro riformulazione, per prevedere delle postazioni per votare anche fuori dall’Aula, con un impegno di tutti i gruppi eventualmente a riformare il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Fratelli d’Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. In realtà, la collega Quartapelle mi ha abbastanza anticipato in quella che voleva essere un’ulteriore richiesta attraverso lei, Presidente. Mi rivolgo alla collega, che vedo che in questo momento è molto impegnata, però ci tengo a dirlo, insomma a fare in modo che riesca a sentire, perché la collega Boldrini ha spiegato bene come sono state difficili le battaglie, lo sappiamo bene e lo sapete bene voi che siete madri, io no. Effettivamente noi abbiamo un tema, lo dico a lei anche, Presidente, che non viene mai affrontato, cioè che la maternità è la maternità. È mai possibile che nella Camera dei deputati la maternità sia la missione? Non va bene, questa è la madre di tutte le battaglie che dobbiamo fare insieme. La dobbiamo fare insieme. C’è stato un dibattito importante, sollecitato con sensibilità diverse, io però lo devo dire alla collega: la mediazione, la proposta di riformulazione mi sembra un passo in avanti significativo, penso però che i Questori oggettivamente si debbano far carico di questo dibattito, che è un dibattito estremamente positivo, e prendersi un impegno concreto.
Prima lo dico alla firmataria: penso che sia importante accogliere questa riformulazione, perché non possiamo dividerci, in quest’Aula, su quest’ordine del giorno. Credo sia oggettivamente un passo indietro pensare di dividerci, perché mi pare che non andremo esattamente a favore dell’accoglienza. Io voterò a favore, ma quest’ordine del giorno rischia di dividere ulteriormente, e non dobbiamo dividerci su questo. Credo sia significativo il passaggio in avanti proposto dalla riformulazione, ma vorrei un salto in più, un impegno in più da parte dei Questori nell’affrontare più seriamente il tema della maternità, perché è arrivato il momento, anche visti i precedenti, di affrontarlo seriamente. Non può essere la maternità considerata una missione, nel 2019, alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO (FI). Presidente, credo che il gruppo di Forza Italia da sempre si sia dimostrato in prima linea per le battaglie femminili, quindi che non possa essere messo in dubbio che noi ci siamo in tutte le partite relative al ruolo della donna e alla maternità, però crediamo anche che ci siano delle posizioni di buon senso. Io parlo a titolo personale, e non credo a nome di tutte le colleghe, però, per come la vedo io, è giusto valorizzare la maternità, così come è giusto non strumentalizzare i bambini. Come madre, ho allattato; ho allattato in questo luogo, effettivamente ci sono già delle sale dedicate, probabilmente dovremmo chiedere alla Presidenza di migliorarle, perché non vi nego che erano un po’ tristi, una è molto giù, quasi in un sotterraneo, una è qua dietro. Probabilmente ai Questori chiederei di farle più vicino, di abbellirle, però quando si arriva a dire che portiamo i figli in Aula per allattare mi chiedo: ma dopo che abbiamo allattato, per esempio, dove li lasciamo questi bambini? Ciò perché io ho un compagno di banco molto cortese, Alessandro probabilmente me la terrebbe… Non voglio fare ironie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però materialmente non potrei pensare di portare mio figlio qui e allattarlo, magari a favore di fotografi, perché sono certa che nessuna farebbe mai una cosa del genere per prendere le prime pagine dei giornali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però credo che i bambini vadano anche protetti.
Altra cosa, invece, è la proposta della collega Meloni, che condivido. Probabilmente, dare addirittura l’opportunità, in quelle stanze dedicate, di avere una postazione dove possiamo votare, perché può darsi che ci sia una sessione di voto intensa e questo dovere dobbiamo esercitarlo, è un’altra valutazione che pongo ai Questori. Quindi, chiederei: valorizziamo il ruolo della madre, proteggiamo anche i figli. Facciamo delle stanzette dedicate dove si possa anche votare e quindi non ci sia l’esibizione, perché è vero, allattare è una cosa importante, che va valorizzata, però non vorrei che sembrassimo altro rispetto ad altre donne che, con molto buonsenso, per esempio in uno studio legale, allattano in ufficio, ma magari non si presentano in sala riunioni col bambino per allattare e chiedono che la riunione venga rinviata, perché sanno che c’è il ruolo della maternità e c’è il rispetto dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
FEDERICO D’INCA’, Questore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO D’INCA’, Questore. Grazie, Presidente. Chiaramente sono emerse delle posizioni diverse all’interno di questa discussione, per cui cerchiamo di trovare un punto di mediazione. La proposta da parte del Collegio dei questori, con l’avallo anche della Presidenza, è quello di aggiungere, alla fine delle parole: “nelle immediate prossimità dell’Aula”, dell’ordine del giorno Carinelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, la seguente frase: “eventualmente investendo la Giunta per il Regolamento, ove si manifestasse la necessità di interventi rientranti nelle competenze di quest’ultima, per l’individuazione di soluzioni ulteriori”. In quale veste? Insomma, c’è l’impegno da parte del Collegio di trovare la soluzione di poter votare all’interno della stanza che verrà adibita ad allattamento nella sezione dell’emiciclo posteriore all’Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Credo che questa possa essere una soluzione ulteriore, e sempre al rialzo, nella considerazione della massima vicinanza alle mamme che sono in maternità e ai bambini, per poter comunque predisporre, in termini di sicurezza anche dell’Aula, soluzioni che appunto sono emerse all’interno di questo dibattito. Mi auguro che questa soluzione possa essere votata in maniera favorevole da parte di tutta l’Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Su questo punto, siccome la Giunta per il Regolamento è convocata da me, prendo l’impegno a convocarla subito, al rientro dalla pausa estiva su questo punto (Applausi). Deputata Carinelli, accetta la riformulazione?
PAOLA CARINELLI (M5S). Vorrei capire dagli uffici se mi confermano che quindi è ammissibile, perché io avevo visto nelle scorse legislature che era già stata formulata la possibilità di votazione all’esterno dell’Aula ed era stato giudicato inammissibile come ordine del giorno, ed è il motivo per cui non lo avevo presentato. Anche il Questore, quando ieri, per le vie informali, avevamo chiesto se fosse possibile votare in queste sale all’esterno dell’Aula, mi è stato detto che non sarebbe stato possibile votare. Per cui a me va benissimo, perché non ci tengo particolarmente a portare il bimbo in Aula; ci tengo soltanto che una deputata, mentre allatta, possa votare. Per cui, se mi confermano gli uffici che è ammissibile questa riformulazione, e che quindi si potrà votare in queste sale, per me va benissimo.
L’importante è che vorrei un impegno certo su questa cosa, perché credo che sappiamo tutti quanto sia difficile cambiare un Regolamento. Nella scorsa legislatura è stato fatto un tentativo per cambiare, per altri motivi, il Regolamento e non si è riusciti, al Senato si è riusciti a cambiare il Regolamento con grande fatica; per cui non è facilissimo cambiare il Regolamento della Camera. Ci deve essere una convergenza di tutti i gruppi che io proprio in Aula non ho visto. Per cui il mio dubbio è solo che poi all’interno della Giunta per il Regolamento non ci sia una maggioranza per cambiare il Regolamento in questo senso.
PRESIDENTE. È chiaro che la riformulazione dell’ordine del giorno, così come riformulato, è ammissibile; allo stesso tempo, ho preso l’impegno che andiamo in Giunta per il Regolamento e, nell’indipendenza della Giunta, i gruppi faranno il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Prendo atto che la deputata Carinelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).