Qualunque sia il tema che si affronta, se lo si rende ”specifico” lo si approfondisce solo apparentemente; in realtà si perde di vista la “circolarità”, che nel nostro gruppo non è solo un modo di sedersi, ma anche un modo di vedere le cose, un abbraccio, un tentativo di cucire insieme, ri-legare e re-ligare, un modo “religioso” di vedere che non ha a che fare con nessuna chiesa e nessun credo e con tutti insieme, un modo di accogliere ”naturale” e “culturale” nello stesso tempo. L’esperienza della maternità è stata presa d’assalto dal consumismo proprio grazie a questa cesura tra i ”saperi”, e noi vorremmo recuperare l’unità tra la creatività e il partorire, che sono strettamente connessi. Il nostro allargarci, dunque, non fa che ampliare l’orizzonte, perché nel gruppo possano entrare persone che non hanno neppure mai avuto figli, o magari omosessuali, o anziane o non si sa bene come, purché siano creative.
La creatività è la sola qualità che consente di trasformare le cose e le situazioni: così come spermatozoo e ovulo si trasformano unendosi, tutto si trasforma quando si ri-connette con tutto il resto: è la visione sim-bolica, che mette insieme e non nega, che vede in ogni cosa una risorsa, che tiene conto nello stesso tempo delle radici più profonde e delle foglie più alte. Questo è uno dei nostri modi di essere a servizio delle mamme e della comunità. Daniela Thomas
Questo il filo conduttore di Paesaggi di cura: latte e lavoro. Alla ricerca del benessere di bambini, genitori e comunità svoltosi a Palazzo Steri il 4 ottobre a Palermo in occasione della SAM 2013 e promosso dall’ Aps Le Balate e dall’Associazione In Braccio Alla Luna, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo
Qui puoi vedere le foto dell’evento
Da qui puoi scaricare gli interventi:
“Nasce un bambino, si fonda una città. Guardare tra cielo e terra” Claudio Montaudo
Allattamento è benessere Iwona Kazmierska
I diritti di madri e padri quando arriva un bambino Concetta Balistreri
Prima visione dello spot del video documentario “Dove le donne” su
esperienze di conciliazione allattamento / lavoro a Palermo
Una premessa sul tema della conciliazione dei tempi di vita Antonella Monastra
Sostenere l’allattamento sul luogo di lavoro Monica Garraffa
Venerdì 4 Ottobre saremo allo Steri: noi delle Balate e di In braccio alla Luna, con i piedi sulla terra e la testa nel cielo, arriveremo timide ma risolute, come le paperette dell’immagine che così bene ci rappresenta, in una sede istituzionale come quella dell’Università per un incontro sui “paesaggi di cura”.
L’ambiente è un paesaggio di cura: l’ambiente di lavoro, quello familiare, quello sociale… perché “ambiente” deriva dal latino “ambire”, che vuol dire “andare intorno”. Quante cose ci circondano! Il corpo è la nostra prima “guaina”, fatta di innumerevoli sensori che ci collegano con tutte le altre: l’aria, l’atmosfera, la luce; e poi il contesto in cui viviamo, le nostre relazioni, talvolta gli “schemi” che come gabbie ci imprigionano… Il nostro primo ambiente, il nostro primo paesaggio di cura è il corpo della mamma: incinta perché un uomo l’ha cinta tra le braccia mettendola nelle condizioni di cingere a sua volta.
Persino le parole che usiamo sono paesaggio di cura, quando le usiamo per comunicare, e cingono.
Le parole creano e trasformano: sono come l’argilla, con cui si può modellare un vaso che contiene o i mattoni di una casa. Bisogna cuocerle, come il pane e la terracotta, e diventano fragranti e fragili, e nutrono e costruiscono il nostro mondo. Le parole sono insieme vuoto e pieno, nutrici e figli, padri e madri ma anche fratelli e sorelle, amanti e compagni, perché ci circondano ma sono dentro di noi: sono come le carezze, che nascono dal profondo e poi arrivando in superficie si trasformano in un gesto che raggiunge la superficie dell’altro e da lì scende nel suo profondo. Le parole siamo noi stessi.
Le parole ci consentono di esprimere, spremendo la nostra interiorità e ricavandone come un latte o un olio essenziale; di capire, ampliando la nostra capacità e il contenimento; di comprendere, vibrando empaticamente con le persone con cui ci relazioniamo.
Le parole sono creative e ci fanno crescere; e non sempre sono fatte di caratteri alfabetici. A volte si può parlare anche stando in silenzio. Paesaggio di cura è allora quel gesto che crea, il gesto dell’arte che dona e restituisce bellezza. Sarà proprio così, con una parola muta e nutriente, che vi accoglieremo. Prima di cominciare il nostro convegno, nella Sala delle Armi, accanto alla campana che al tempo dell’Inquisizione, dall’alto di Palazzo Steri, decretava la morte, Giulia Di Natale e Claudio Montaudo, due artisti che verranno proprio per noi da Catania, proporranno la loro installazione, un mandala che sarà disegno e fondazione di vita, pianta di una nuova città e di una nuova visione delle cose del mondo.
Latte e Lavoro non sono inconciliabili in questa nuova visione così antica…
Daniela Thomas