COMUNICATO STAMPA
(con cortese richiesta di pubblicazione e diffusione)
“Allattamento in pubblico: ad una mamma viene chiesto di coprirsi
durante la campagna di sensibilizzazione nazionale”
La Festa della Mamma appena trascorsa ha visto la partecipazione di diverse Associazioni e Istituzioni all’interno di una campagna nazionale di sensibilizzazione e di ri-educazione culturale sull’allattamento in pubblico e sulle esigenze delle mamme e dei loro figli.
Ed è proprio in questo contesto che a Giusy Tempesta, giovane mamma, viene chiesto di coprirsi con un lenzuolino dall’autista di un tram in cui era in corso di svolgimento la sessione fotografica a cura della fotografa Chiara Caponnetto (membro dell’AIFB – Associazione Italiana Fotografi di Bambini) per la campagna a favore dell’allattamento in luoghi pubblici. Una richiesta nata dalla preoccupazione che l’atto naturale dell’allattamento avrebbe potuto non essere accettato da alcuni passeggeri.
La vicenda, che si aggiunge ai già numerosi casi di cronaca, si è svolta a Palermo, una delle 13 città in cui nella settimana dall’8 al 14 maggio l’AIFB (Associazione Italiana Fotografi di Bambini) e il MAMI (Movimento Allattamento Materno Italiano) hanno organizzato delle speciali sessioni fotografiche gratuite con mamme che allattano i propri bimbi, in contesti diversi e all’aperto, con autenticità e spontaneità, con lo scopo di promuovere l’allattamento in pubblico e di formare un archivio per future campagne di comunicazione.
Una vicenda che merita un’attenta riflessione, visto e considerato che in contemporanea nazionale una grande campagna di sensibilizzazione sul tema coinvolgeva migliaia di famiglie e operatori con diversi eventi: il flash mob e il Convegno Nazionale “Allattamento è… ovunque lo desideri” promosso da Raffaella Sottile presso la Marconi International University di Roma che, per l’occasione, ha anche istituito un Premio e offerto delle borse di studio per le giovani mamme. Il Convegno a cura dell’Associazione Culturale Latte&Coccole “Accogliere la nascita” focalizzato sull’importanza dei primi giorni, l’avvio dell’allattamento e l’empowerment femminile. Il Convegno “Corpi Materni”, promosso dal gruppo di sostegno alla pari dell’Associazione L’Arte di Crescere di Palermo incentrato sui messaggi trasmessi dai mass media e negli ambienti scolastici in relazione all’immaginario legato al corpo delle donne, alla nascita e all’accudimento.
L’autista che ha dato il suggerimento, seppur con tono gentile e non offensivo, è stato rivelatore del fatto che allattare in pubblico non è attualmente considerato un gesto naturale, non è “normale” nel senso etimologico della parola: così NON fan tutte.
E il paradosso è, come ha spiegato la fotografa Chiara Caponnetto, che il motivo per cui quella mamma e quella bimba erano salite sul tram era proprio quello: fissare sulla carta immagini di normalità, di vita quotidiana, per sensibilizzare tutti quanti sul fatto che nutrire e coccolare i propri bambini non è ostentazione ed esibizionismo, e che l’unico commento che dovrebbe suscitare questo gesto è un sorriso di tenerezza.
Per madre natura e per la scienza non c’è nulla di più normale di un seno scoperto di una madre che allatta il proprio cucciolo. Eppure, in Italia, sembra non essere normale né tutelato da norme specifiche questo gesto naturale e, scientificamente provato, salutare per la crescita dei piccoli.
Poi, nonostante il grande progresso culturale a cui dovremmo essere giunti, si è arrivati ad “eccessi davvero eccessivi” come quello capitato anche a Giusy e a numerose mamme in Italia che dall’anno scorso sono balzate alla cronaca dei giornali insieme a numerose vip attaccate in modo aggressivo anche sui social.
Attualmente in Italia non c’è alcuna legge che vieti l’allattamento in pubblico mentre, dal punto di vista della tutela, vi è soltanto un teorico incoraggiamento del Ministero della Sanità a sostenere l’allattamento in quanto salutare per i bambini. Purtroppo, però, gli aspetti pratici dimostrano un diffusissimo mercato di latti artificiali ed una diffusissima discriminazione che spinge le persone del bon ton a far andare le mamme che allattano in angoli lontani dagli occhi dei passanti o degli avventori.
Da un recente sondaggio emerge che, in Italia, è il 31% delle donne a subire offese, discriminazioni e a sentirsi a disagio durante l’allattamento in pubblico ed è per questa ragione che è nata anche una petizione online (https://www.change.org/p/governo-italiano-allattamento-è-ovunque-lo-desideri/u/20010797) che le mamme hanno deciso di avviare riunite in un movimento informale denominato #ovunquelodesideri, sia per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa grave discriminazione, sia per chiedere all’organo legislativo italiano l’approvazione di norme specifiche che tutelino i piccoli e le mamme mentre allattano in luoghi pubblici.
Le Associazioni MAMI, AIFB e il movimento “#ovunquelodesideri” auspicano che a partire dalle famiglie, fino ad arrivare alle comunità, ai luoghi di lavoro e di svago, alla scuola e alle istituzioni, si crei una coscienza che riconosce l’allattamento il modo normale di nutrire e accudire i bambini.
Invitiamo tutte le mamme a sentirsi libere, a non sentirsi mai fuori luogo, anche se la strada è ancora lunga per “normalizzare” ciò che fa parte della nostra fisiologia e anche del buon senso.
Come dice il motto della SAM 2017 (Settimana Mondiale dell’Allattamento), dobbiamo continuare a “sostenere l’allattamento INSIEME!”.
FIRMA LA PETIZIONE
Clicca sul link o copialo sulla barra del tuo browser
https://www.change.org/p/governo-italiano-allattamento-è-ovunque-lo-desideri
Contatti:
MAMI info@mami.org
AIFB allattamento@fotobambino.it
OVUNQUE LO DESIDERI ovunquelodesideri@gmail.com
Io sono tra i firmatari, della succitata petizione ed a favore dell’ l’allattamento all’aperto, ma nutro dubbi sulla frase ovunque lo desideri, da appassionato di linguaggio ovunque significa in ogni luogo, a livello comunicativo é poco efficace scrivere ovunque lo desideri con buonsenso, allattare in mezzo al traffico in modo che il. bambini respiri smog non mi sembra sensato in linea generale sono favorevole ma ci sono dei luoghi non adatti, allattare in fabbrica in mezzo ai macchinari, o in un night club non credo sarebbe accettato dai proprietari pur se quello é anticonformismo, la vorrei vedere:” una madre coraggiosa che allatta in discoteca con musica altissima e quest’ultima che si ferma insieme ai danzatori della matonella per fare allattare una madre”, certo ci vorrebbe un livello di consapevolezza/educazione /rispetto delle persone che non tutti hanno, questo si dimostrerebbe il senso civico di un Paese, e lasciatemi fantasticare con la mente e le parole, riassumendo son favorevole ma lasciatemi un margine di dubbio sui luoghi, poiché in assoluto non si può affermare ovunque, aggiungo questa mancata sicurezza nell allattare non invoglia certo le donne a fare figli pur se sono sensazioni che si provano dopo averle avute, e lo stato non dovrebbe deve maggiore aiuto in tal senso il governo Renzi aveva dato 1000 euro per figlio;ora apro il vaso di pandora dicendo che troverei discriminante che il bonus bebè non venisse dato alle donne che non hanno potuto averlo un bambino, o che hanno abortito per problemi di salute, o per complicanze lo hanno perso(avere un opinione non é un diritto ma una responsabilità).
Gent.mo Alberto,
“ovunque lo desideri” significa semplicemente che lì dove un bimbo ha necessità (o, appunto, desiderio) di essere allattato, è un suo diritto che la sua mamma non sia allontanata, offesa, discriminata ma la coppia mamma-bambino venga invece accolta e, per quanto possibile, facilitata. Questo non significa che le mamme che chiedono che questo venga riconosciuto come diritto vadano a cercarsi come posti per allattare discoteche, night club, fabbriche o spartitraffico… Difficilmente una mamma porterebbe il suo piccolo in luoghi poco salubri, molto rumorosi, con luci fastidiose. Ma se per qualche ragione che non riesco a immaginare vi si dovesse trovare, non vedo perché allo smog, al rumore, alla polvere o alle luci psichedeliche che di per sé non sono l’ambiente ideale per un bebè, si debba aggiungere l’impedirgli di mangiare o di avere una coccola al seno della sua mamma!
Avete mai visto una cagna, una gatta o una scrofa allattare i suoi cuccioli? è una cosa meravigliosa. Perché una mamma che allatta il proprio bambino viene considerata scandalosa? Non è forse meravigliosa o anche più meravigliosa degli animali?
Ho l’impressione di essere in mezzo a puritani che vedono la pagliuzza nell’occhio del prossimo e non vedono la trave che è nel loro occhio. Ipocriti!!!!!!.
io lo ho sempre fatto e non ho mai avuto problemi, con discrezione nessuno ha mai detto nulla (una volta anche sul monumento del milite ignoto a roma
si fa e basta, come ripeto con discrezione, altrimenti si vuole solo essere al centro dell’attenzione
Cara Simona, dici bene che “si fa e basta”, purtroppo il movimento “Allattamento è… ovunque lo desideri” non nasce per il desiderio di mettersi al centro dell’attenzione, ma perché molte mamme che “lo fanno e basta” vengono loro malgrado poste al centro dell’attenzione da qualcuno che ritiene l’atto stesso di allattare una cosa “non discreta”!
Il fatto che – per fortuna!- ci siano donne che non sono mai state offese, guardate di traverso, invitate ad allontanarsi o a chiudersi in un bagno non significa che queste donne siano tutte “discrete”, né il fatto che altre siano state offese significa che hanno agito “senza discrezione”… metto questi termini tra virgolette perché la definizione è soggettiva: come si misura la discrezione in allattamento? con i cm di pelle del seno visibili? con il luogo scelto? col numero di persone intorno? … 😉
Annalisa, MAMI