Comunicato stampa congiunto OMS / UNICEF / IBFAN

Le leggi per proteggere l’allattamento sono inadeguate nella maggior parte dei paesi

(Originale al link http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2016/breastfeeding/en/)

9 maggio 2016 | GINEVRA / NEW YORK – Un nuovo rapporto di OMS, UNICEF e IBFAN (International Baby Food Action Network) rivela lo stato delle leggi nazionali per proteggere e promuovere l’allattamento.

Tra i 194 paesi analizzati nel rapporto, 135 hanno una qualche forma di misura legale relativa al Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno e le successive risoluzioni adottate dall’Assemblea mondiale della sanità (il Codice). Un incremento rispetto ai 103 paesi rilevati nel 2011, quando è stata fatta l’ultima analisi dell’OMS. Tuttavia solo 39 paesi hanno leggi che mettono in atto tutte le disposizioni del Codice, uno scarso aumento rispetto ai 37 del 2011.

OMS e UNICEF raccomandano che i bambini non siano nutriti che col latte materno per i primi 6 mesi, e che successivamente continuino ad essere allattati – mangiando altri alimenti sicuri e nutrizionalmente adeguati – fino a 2 anni di età o oltre. In tale contesto, gli Stati membri dell’OMS si sono impegnati ad aumentare il tasso di allattamento esclusivo nei primi 6 mesi di vita di almeno il 50% entro il 2025 come parte di un insieme di obiettivi nutrizionali globali.

Il Codice invita i paesi a proteggere l’allattamento fermando la commercializzazione inadeguata dei sostituti del latte materno (comprese le formule lattee, il cosiddetto latte artificiale), biberon e tettarelle. Esso mira inoltre a garantire che i sostituti del latte materno vengano utilizzati in modo sicuro quando sono necessari. Vieta ogni forma di promozione dei sostituti, compresa la pubblicità, i regali agli operatori sanitari e la distribuzione di campioni gratuiti. Inoltre, le etichette non possono fare affermazioni nutrizionali e sulla salute o includere immagini che idealizzino il latte artificiale; devono inoltre includere istruzioni chiare su come utilizzare il prodotto e riportare messaggi sulla superiorità dell’allattamento rispetto alla formula e sui rischi legati al non allattamento.

“È incoraggiante vedere che in più paesi passano leggi per proteggere e promuovere l’allattamento, ma sono ancora troppi i luoghi dove le madri sono sommerse da informazioni errate e distorte attraverso affermazioni pubblicitarie e sanitarie prive di fondamento. Questo può distorcere la percezione dei genitori e minare la loro fiducia nell’allattamento, con il risultato che troppi bambini perdano i suoi molteplici benefici”, afferma il dottor Francesco Branca, Direttore del Dipartimento di Nutrizione dell’OMS per la Salute e lo Sviluppo.

Il business dei sostituti del latte materno è grande, con un fatturato annuo pari a quasi 45 miliardi di dollari, ed è destinato ad aumentare di oltre il 55% – fino a 70 miliardi – entro il 2019.

“L’industria dei sostituti del latte materno è forte e in crescita, e quindi la battaglia per aumentare i tassi di allattamento esclusivo al seno in tutto il mondo è tutta in salita – ma ne vale la pena”, dice il capo della sezione Nutrizione dell’UNICEF Werner Schultink. “Le madri hanno il diritto ad avere informazioni corrette, di sapere che hanno prontamente disponibili i mezzi per proteggere la salute e il benessere dei loro figli. Non deve essere consentito ad un marketing ingegnoso di mistificare la verità: non vi è alcun sostituto che possa eguagliare il latte della propria mamma”.

Nel complesso, i paesi più ricchi sono in ritardo rispetto a quelli più poveri. La proporzione di paesi aderenti all’OMS con una legislazione completamente in linea con il Codice è più alta nel Sud-Est Asiatico (36%, o 4 su 11 paesi), seguita dalla Regione Africana (30% o di 14 su 47 paesi ) e dalla Regione del Mediterraneo Orientale (29%, o 6 su 21 paesi). La Regione delle Americhe (23%, o 8 su 35 paesi); il Pacifico Occidentale (15%, o 4 su 27 paesi); e la Regione Europea (6%, o 3 su 53 paesi) hanno percentuali inferiori di paesi con una legislazione completa.

Tra i paesi che hanno una qualsiasi legge sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, a livello globale:

  • Poco più della metà vieta sufficientemente la pubblicità e la promozione dei sostituti del latte materno.

  • Meno della metà vieta la fornitura alle strutture sanitarie di scorte gratuite o a basso costo di sostituti del latte materno.

  • Poco più della metà vieta doni agli operatori sanitari o ai loro familiari.

  • Il campo di copertura dei prodotti ai quali si applica la normativa rimane limitato. In molti paesi le leggi coprono le formule di partenza e di proseguimento, ma solo un terzo coprono esplicitamente prodotti destinati ai bambini di età superiore all’anno (i cosiddetti “latti di crescita”).

  • Meno della metà dei paesi vieta indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti designati.

IBFAN, il cui Centro di Documentazione sul Codice Internazionale (ICDC) ha fatto da capofila, ha collaborato strettamente con l’OMS e l’UNICEF per preparare questo Rapporto. I risultati sono in linea con quelli riportati nel proprio “Stato del Codice 2016″.

“IBFAN spera che il rapporto porterà più paesi a migliorare e applicare la legislazione esistente in modo che l’allattamento abbia maggiori possibilità di affermarsi e salvare più vite”, dice Annelies Allain, direttrice dell’ICDC di IBFAN. “La legislazione deve tenere il passo con le nuove strategie di marketing e questo rapporto aiuterà i responsabili delle politiche a farlo”.

Il rapporto, “Marketing of breast-milk substitutes: National implementation of the international code – Status Report 2016” (Commercializzazione dei sostituti del latte materno: applicazione del Codice Internazionale – scaricabile dal link sia in versione estesa che riassunta) comprende le tabelle che mostrano, paese per paese, quali misure del Codice sono o non sono state emanate in legge. Esso comprende anche esempi sui paesi che hanno rafforzato le loro leggi o sistemi di monitoraggio del Codice in questi ultimi anni, tra cui l’Armenia, il Botswana, l’India e il Vietnam.

Il monitoraggio è essenziale per l’applicazione

Il monitoraggio è essenziale per rilevare le violazioni e segnalarle alle autorità competenti in modo che possano intervenire e fermare tali attività. Eppure, solo 32 paesi riferiscono avere un meccanismo di controllo in atto, e di questi, pochi sono completamente funzionali. Tra i paesi con un meccanismo di controllo formale, meno della metà pubblica i risultati, e solo 6 paesi hanno dedicato risorse o finanziamenti per il monitoraggio e l’applicazione.

OMS e UNICEF hanno recentemente creato una rete globale per il monitoraggio e il supporto all’attuazione del Codice (NetCode) per contribuire a rafforzare la capacità dei paesi e della società civile di monitorare e far rispettare efficacemente le leggi del Codice. Hanno aderito a questa rete organizzazioni non governative chiave, tra cui IBFAN, Helen Keller International e Save the Children, insieme con centri accademici e alcuni paesi selezionati.

Perché allattare?

A livello globale, quasi 2 su 3 neonati non vengono allattati esclusivamente al seno per i 6 mesi raccomandati – un tasso che non è migliorato negli ultimi 20 anni. Il latte materno è l’alimento ideale per i neonati. È sicuro, pulito e contiene anticorpi che aiutano a proteggere contro molte malattie comuni dell’infanzia. I bambini allattati hanno risultati migliori nei test d’intelligenza, hanno meno probabilità di essere in sovrappeso o obesi e sono meno inclini al diabete più tardi nella vita. Anche le donne che allattano hanno un ridotto rischio di cancro al seno e alle ovaie. Il marketing inappropriato di sostituti del latte materno continua a minare gli sforzi per migliorare i tassi di allattamento e la sua durata di tutto il mondo.

Nuovi studi hanno rivelato che aumentando l’allattamento a livello quasi universale si potrebbe salvare la vita a più di 820.000 bambini di età inferiore ai 5 anni e a 20.000 donne ogni anno. Si potrebbe anche aggiungere una cifra stimata di 300 miliardi di dollari all’economia globale ogni anno, sulla base del miglioramento nelle capacità cognitive se ogni bambino fosse allattato almeno fino ai 6 mesi di età, e sul conseguente aumento degli utili attesi più tardi nella vita. Innalzare i tassi di allattamento dovrebbe ridurre significativamente i costi per le famiglie e per i governi per il trattamento di malattie infantili come la polmonite, la diarrea e l’asma.

Per maggiori informazioni si prega di contattare

Olivia Lawe-Davies – WHO – Email: lawedavieso@who.int

Rita Ann Wallace – UNICEF – Email: rwallace@unicef.org

Tamara Kummer – UNICEF – Email: tkummer@unicef.org

Mike Brady – IBFAN – Email: mbrady@babymilkaction.org