Il MAMI prende posizione rispetto al Tutorial sullo svezzamento di Repubblica

Sul sito web del quotidiano La Repubblica giovedì 15 aprile 2021 è stato pubblicato un tutorial dal titolo “Come si fa lo svezzamento: il tutorial per preparare la prima pappa del bambino”.

Siamo rimaste molto perplesse dalle informazioni riportate, che non solo sono obsolete, ma sono state smentite da numerosi studi autorevoli degli ultimi anni.

Ci stupisce molto che un quotidiano autorevole come La Repubblica, nel 2021, pubblichi un video ed un articolo dove si sostiene che la “prima pappa” debba essere un brodino, che si debba usare la tapioca o la carne liofilizzata, uno “stile” di svezzamento che veniva proposto a metà del secolo scorso e che è stato ampiamente superato.

A nessuno di noi viene la tentazione di assumere un farmaco o un cibo scaduto: perché dovremmo accontentarci di informazioni scadute e superate da decenni?

Nel 2020 Ibfan e MAMI in collaborazione hanno tradotto, impaginato e diffuso il documento Green Feeding.
La proposta del Green Feeding, che raccoglie le raccomandazioni dell’OMS e della ricerca, tra le altre informazioni dichiara: “L’allattamento o l’alimentazione con formula, è integrato dopo i 6 mesi da adeguate aggiunte di cibi solidi o semi-solidi sicuri e nutrienti, prodotti localmente impiegando un’agricoltura sostenibile. La scelta del Green Feeding è di usare cibo preparato in casa e culturalmente appropriato. Questi alimenti complementari, spesso chiamati cibi caserecci, sono in contrasto con quelli prodotti industrialmente e ultra-processati”

Ci uniamo quindi al coro di proteste che si è levato contro questo tutorial e sottoscriviamo il comunicato stampa dell’Associazione culturale pediatri, che riportiamo integralmente.

 

COMUNICATO STAMPA DE L’ASSOCIAZIONE CULTURALE PEDIATRI (ACP)

Narbolia, 15/04/2021 – Il tutorial diffuso da Repubblica.it “Come si fa lo svezzamento: il tutorial per preparare la prima pappa del bambino” sta suscitando critiche e disapprovazione  tra gli addetti ai lavori  L’Associazione Culturale Pediatri (ACP), che, attraverso il suo Gruppo Nutrizione, da tempo lavora per diffondere le informazioni condivise e supportate da OMS e Unicef, e visibili qui, non usa mezzi termini:

“Si tratta di suggerimenti ampiamente superati, oltretutto trasferiti attraverso un mezzo così prestigioso come il quotidiano La Repubblica”, spiega Sergio Conti Nibali, pediatra e ricercatore, responsabile del Gruppo Nutrizione Acp e Direttore di Uppa Magazine, bimestrale per la divulgazione scientifica destinato alle famiglie.

“Nel video e nell’articolo in questione, si illustrano nozioni che risalgono alla metà del secolo scorso, quando ancora si pensava che i bambini dovessero essere svezzati a una determinata età, decisa magari dal pediatra, in cui si iniziava a fare il brodo con tre verdure, al quale veniva poi aggiunta una polvere liofilizzata di cereali, anche estranei alla nostra cultura alimentare, come la tapioca”, continua Conti Nibali.

Oggi invece sappiamo che, perché la transizione ai cibi solidi abbia successo, è indispensabile aspettare che il bambino raggiunga un determinato livello di maturazione neuromotoria e che, in genere intorno ai 6 mesi, inizi a manifestare il suo interesse per il pasto dei genitori.

Al momento dello svezzamento il bambino non dovrebbe mangiare, in separata sede, una portata preparata solo per lui, sulla base di alimenti ultra-processati e liofilizzati, in assenza di una vera motivazione a sperimentare. Al contrario, il piccolo dovrebbe partecipare al pasto della famiglia, in modo da poter comunicare il proprio interesse al momento giusto. Quando il bambino lo richiede, e dimostra di essere in grado di portare il cibo alla bocca a imitazione dei genitori, masticarlo e deglutirlo, la sua alimentazione sarà da subito quella della famiglia. “È una grande opportunità in fatto di nutrizione. È la migliore occasione per riflettere sulla propria dieta, per ragionare su come ci si alimenta: perché sarà quel che poi il bambino mangerà per tutta la vita”.

“L’idea di partire con brodino vegetale, e aggiungere liofilizzati in commercio, appartiene a un retaggio abbondantemente superato, che ha fatto molti danni all’alimentazione infantile e un grande favore all’industria del baby food. La diffusa cattiva nutrizione in età evolutiva e l’attuale epidemia di obesità ne sono testimonianza”.

Ufficio Stampa Acp – Michela Dell’Amico