Anche Ibfan Italia ha detto “no” al bonus latte artificiale
Segnaliamo la posizione della SIN sul bonus latte artificiale in cui affermano che è “Meglio promuovere l’allattamento al seno” e sullo stesso argomento il commento di Giuseppe Giordano, neonatologo dell’Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello Palermo (Commento Giordano sul bonus latte)
Riceviamo inoltre e condividiamo le considerazioni del Dott. Massimo Alosi, pediatra ospedaliero con diverse esperienze di volontariato in paesi a basse risorse e in calamità naturali in Italia e all’estero come Kosovo, Iraq, Haiti e Libano in merito alla proposta istituzionale di una giornata nazionale per la promozione dell’allattamento al seno e istituzione di un bonus per l’acquisto di formula artificiale.
Anche il MAMI ha scritto al Ministro e ai Senatori promotori dell’iniziativa
Ci piacerebbe che tanti operatori sanitari incoraggiassero i Ministeri a posizioni amiche di mamme e bambini, sostenendo la protezione dell’allattamento così come fatto dai Pediatri di ACP :
Alla cortese attenzione dei Sigg.ri Ministro della Salute, Ministra per la Famiglia e del Viceministro Sileri.
Preg.mi Sigg.ri Ministri, preg.mo Sig. Viceministro,
scusatemi se vi rubo del tempo prezioso, vi inoltro il link di una lettera che invia ai vostri predecessori circa un anno fa che mi sembra ancora attuale http://mami.org/lettera-pediatra/ . Aggiungo che gli operatori sanitari dobbiamo sapere che ogni allattamento materno perso significa una minore aspettativa di vita di almeno 10 anni in meno rispetto ad un allattato al seno. Il calcolo è presto fatto se si considerano i mancati vantaggi dovuti alla mancata assunzione di latte materno. D’altra parte i coefficienti di calcolo dell’aspettativa di vita dell’INPS sono quasi azzerati quest’anno e non si prevede una esplosione di matusalemme nei prossimi decenni. Perché? Perché cominciano ad entrare in età pensionabile i nati da parto cesareo e gli allattati artificialmente del “boom economico”. Sarà sempre peggio con un drastico abbassamento oltre che dell’aspettativa di vita anche degli anni liberi da malattia e della conseguente qualità della vita, nei prossimi decenni. Cioè salute malferma e vita precaria e breve. Se i colleghi pediatri italiani, essi stessi spessissimo responsabili per la verità soprattutto in passato, sono allarmatissimi della salute dei nostri bambini soprattutto per l’obesità e contemporaneamente ci sono tassi bassissimi di allattamento al seno ed altissimi di parti cesarei c’è una motivazione ed una correlazione, o no? E come pensiamo sarà la vita adulta di un bambino malato? Arriverà all’età dei suoi nonni?
Se vogliamo essere di moda possiamo leggere l’impatto catastrofico che ha la produzione del latte di formula sul pianeta come si evince da questo link http://www.ibfanitalia.org/ibfan-italia-festeggia-la-giornata-della-terra-pubblicando-il-dossier-formula-for-disaster/ .
Eppure non so per quale motivo ogni tanto si continua a trattare con enorme superficialità un argomento che è di vitale importanza per il futuro dell’umanità.
La corruzione della classe medica sospetto sia molto frequente, se si inviassero degli ispettori ad un qualsiasi evento formativo sanitario in qualsiasi albergo italiano e si chiedesse l’elenco degli iscritti e chi ha pagato le iscrizioni etc. etc. si rischierebbe di azzerare gli organigrammi della sanità italiana in breve tempo. Cosa succederebbe con il “bonus latte artificiale”? A meno che, la prescrizione fosse fatta da personale altamente specializzato sull’argomento come i formatori Unicef o similia, non certo i comuni pediatri italiani. I frequentatori e gli applicatori dei corsi sull’allattamento materno sono veramente pochi e l’iniziativa “ospedali amici dei bambini” dell’ Unicef è ferma al palo apposta. Mi sembra strano che OMS-Unicef e “pediatri” vogliono entrambi il bene dei bambini ma poi non hanno mai fatto una sola iniziativa comune, quindi deduco che uno dei due soggetti possa mentire o peggio. Terzium non datur.
… in maxiemergenza, in calamità naturale, in campi profughi, in guerra, nel terzo mondo il mancato allattamento materno espone ad un rischio di morte il bambino 14 volte in più rispetto all’allattamento al seno. Cioè nel post-evento catastrofico, fra i sopravvissuti, per ogni 15 decessi in età di lattanti, 14 non sono allattati al seno ed 1 è allattato al seno.
Se qualcuno volesse discutere di questi argomenti sono disponibile per ogni eventuale chiarimento …
cordiali saluti
dott. massimo m. alosi