“Sul settimanale Chi del 24 aprile 2013 è uscito un articolo sulla recente maternità della showgirl Belén Rodriguez, nel quale una foto la ritrae mentre in farmacia compra biberon e latte in polvere per il suo pargoletto. Oltre alle foto della signora con annesso compagno (e loro bacio in farmacia, luogo romantico per eccellenza) quello che colpisce sono le didascalie con tanto di immagine ingrandita e bordata di rosso del biberon e del latte, che mettono ben in evidenza i prodotti, anzi li descrivono accuratamente decantandone i pregi, con tanto di prezzo.  Tale articolo ha colpito negativamente alcuni lettori e cittadini che hanno visto le foto trasmesse in rete.”

Questo è l’inizio dell’articolo pubblicato su Bambino Naturale da Luisa Mondo e Sara Cosano di IBFAN Italia, per denunciare una macroscopia violazione del Codice e della legge italiana (per leggere l’articolo integrale clicca qui).

Quasi contemporaneamente anche la SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) grida allo scandalo attraverso un comunicato stampa per la stessa ragione.

In poche ore in rete si sono moltiplicati i commenti alla vicenda: non sono in questione le scelte fatte da Belén Rodriguez rispetto a come nutrire proprio figlio, il problema è che un giornale ha fatto una vera e propria pubblicità di una marca di latte artificiale e di biberon.

“Questo è un ennesimo esempio della cultura del biberon che ha impedito ad intere generazioni di esercitare un atto naturale, l’allattamento al seno, che è parte integrante e fondamentale del ciclo della vita umana, e la cui perdita comporta il rischio di un danno alla salute sia dei bambini sia delle madri.

Gli alimenti per neonati non possono essere reclamizzati come qualsiasi altro prodotto per l’infanzia, sarebbe ora che le ditte ed i media lo capissero!”

Per saperne di più su allattamento e comunicazione da parte dei media, è possibile scaricare gratuitamente l’opuscolo Allattamento: bada a come parli e bada a come scrivi! Perchè quello che dici e scrivi fa cultura!